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Il giardino
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C'è dietro la casa di famiglia un bellissimo giardino, molto ligure,
tutto a terrazze e a fasce, degradante verso la vallata, con
incastri di piante esotiche, scalette coperte di erica, improvvise
radure dominate da sculture in bronzo e da «multipli» in ferro, che
ancor oggi si chiama «Il
giardino di Irene»
perché fu lei a ordinarlo e a disporlo così. Alcuni anni fa voleva
aprirlo alla popolazione del posto, soprattutto ai giovani, per una
serie di concerti estivi all'aperto di musica classica. Severino
Gazzelloni s'era offerto per amicizia a suonare gratuitamente, ma il
progetto è sempre rimasto lettera morta (StampaSera
25-08-1979 - Paolo Lingua). |
Gli alberi del giardino di Irene Brin,
la cui superficie supera i 7000 m quadri,
sono stati piantati molto tempo fa; pertanto alcuni di essi sono piu’
che centenari ed hanno una lunga e interessante storia, spesso intrecciata con le vicende del
paese, Sasso, e dei suoi abitanti.
"Paire Pepìn", nonno di Irene e Franca, nella seconda meta’ dell’ ottocento coltivava le
rose Coburgo che venivano spedite in treno fino a
Berlino. Le rose Coburgo sono rosa con venature giallo-arancione ed
erano coltivate en plein air, ovvero non in serra; sono anche molto
resistenti e durature ed hanno un profumo inebriante. I berlinesi le
apprezzavano molto. |
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Gli ulivi nel
giardino di Irene ci sono sempre stati: le loro dimensioni,
specialmente quelle delle piante vicino alla casa, sono davvero
imponenti ed hanno suggerito ad esperti di botanica un'età
sicuramente superiore ai due e forse tre secoli. Vi è un gruppo di
ulivi che deriverebbe da un'unica enorme ceppaia, con misure
molto simili a quelle dell'olivo monumentale di villa Minerva
a Sanremo; del resto, nelle campagne di Sasso, non sono infrequenti
casi del genere: nel podere di U Triu vi è un ulivo
con caratteristiche simili (foto a fianco).
Forse gli ulivi del giardino di Irene furono dipinti da Claude Monet,
durante la sua permanenza a Bordighera (1884), ma non e’ sicuro che
il grande pittore impressionista abbia percorso la mulattiera per
arrivare fino a Sasso.
"Monet, in attesa di essere ospitato nel giardino
Moreno, visitava per conto suo chaque sentier,
i palmeti e gli oliveti dei dintorni, con
particolare predilezione per quelli del Vallone
Sasso che poi ritrasse in diversi dipinti che oggi
possiamo, in particolare, ritrovare nel museo
Marmottan di Parigi".
(Luigi Viacava, Ludovico Winter, pag.
73) |
Le palme vicino
alla strada, anch'esse centenarie, sono vincolate dai Beni Culturali
ed Artistici, come il magnifico pino vicino alla casa, ormai piu’
alto della stessa. Circa 50 anni fa alcune delle palme coltivate nel giardino di Irene furono vendute al comune di Sanremo ed ora ornano
la passeggiata a mare della citta’. I bellissimi cipressi sono
state piantati nell’ ultimo secolo, molto spesso in
ricordo di un evento importante sia bello, come la fine
della guerra, oppure doloroso, come la morte di un caro.
Nel giardino ci sono da sempre due sorgenti naturali, una che ora
forma lo specchio d’acqua di
Nosce Te Ipsum e l’altra che bagna le
palme di Est Pabulum Animorum Contemplatio Naturae, due delle opere
di Maria Dompè, artista dello spazio e del paesaggio. |
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Le opere della Dompè non facevano
parte della struttura originaria del giardino; sono state volute da
Vincent Torre, nipote di Irene Brin, per sostituire quelle
che, dopo la morte di Gaspero Del Corso, furono
smantellate e portate altrove (2009).
La vocazione culturale di "giardino di sculture" voluta da
Irene Brin sin dagli anni sessanta del secolo scorso, è proposta con
rinnovato vigore dal nipote.
Vincent Torre, collezionista d'arte, ha voluto ripercorrere una
tradizione familiare, imponendo un'impronta decisamente
contemporanea. Ha invitato l'artista Maria Dompè a realizzare un
progetto di riqualificazione paesaggistica e di riordino ambientale.
L'antico giardino, in gran parte inaccessibile per una coltivazione
intensiva di palme, è stato plasmato modulando tonnellate di terra
in sinuose forme a verde. Con sensibilità e rispetto dei vincoli
tradizionali del paesaggio circostante, esaltando le caratteristiche
preesistenti del luogo, la Dompè ha realizzato una consapevole
"contaminazione" di generi artistici: di arte ambientale, di
visione paesaggistica, di inserimenti scultorei. Una moderna
scenografia, il cui intento è un invito alla meditazione,
abbandonandosi alla seduzione dell'armonia della natura.
(Roberto Piscopo)
In questo ormai nuovo parco sono inseriti altri lavori dell'artista Dompè :
Virtute e Conoscenza e
Facilius Natura
Intelligitur, Quam Enarratur.
Sono visibili,inoltre, una scultura di
Alessandra Porfidia (finestra-paesaggio, 1989, in pietra
serena) e quanto. per ora, rimane delle strutture del Manuelli.
In occasione della prima riunione dell'
"ASSOCIAZIONE IRENE BRIN" (02/09/2013 a Sasso) il giardino è stato
arricchito di altre opere:
- "complesso
plastico di frastuono + velocità" di Giacomo Balla del 1913
- "testa
del Buddha ellenico da Gandhara" , con età stimabile
sui 2000 anni.
Inoltre dal settembre 2014, sul lato
nord del terrazzamento superiore, è stata inserita l'opera di Emmanuele De Ruvo, 0NTOUCHABLES, vincitrice del 1° concorso
"Arte nel
giardino di Irene".
Possiamo ben dire che il giardino di Irene è, al tempo
stesso, un'opera d'arte e un museo a cielo aperto.
Qualche immagine del giardino
Il giardino sotto la neve (febbraio 2013)
Breve
storia, per immagini, di qualche angolo del giardino
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